Perché la ragazza che ci ha controllato il biglietto, appena pochi minuti prima che il nostro vagone si rivelasse essere quello sbagliato, non ci ha detto niente, consentendoci così di organizzare per tempo il trasbordo dei nostri mezzi? E’ stata una mancanza dovuta a cattiveria, disattenzione, superficialità? No: molto più semplicemente, non ci ha avvisato perché non era suo compito farlo. Ora, a parte la mancanza di qualsiasi possibile indizio che possa consentire a un viaggiatore che non parli tedesco di capire quello che sta per succedere, la cosa che più mi sconcerta è la mancanza di elasticità di questa gente, di cui ho avuto più di un’esperienza in diverse occasioni. Comunque, seguono momenti di agitazione, portiamo giù dal treno le nostre bici e di corsa le carichiamo su un altro vagone, mentre gli addetti, invece di darci una mano come sarebbe logico, ci intimano di sbrigarci, con l’unico risultato di metterci ansia rallentandoci ancora di più. E’ una cosa questa tipica delle ferrovie tedesche, mi era già capitata in passato, in una occasione addirittura su un treno diretto all’aereoporto, dove la mancanza di spiegazioni multilingue aveva creato il panico tra i passeggeri carichi di bagagli. Per fortuna accorre in nostro soccorso una signora, che traduce in inglese illuminandoci sulla situazione: il treno in questo punto si divide in due convogli, ognuno dei quali prenderà una propria direzione e noi, neanche a dirlo, siamo sulla metà “sbagliata”. Nessuno di noi capisce perché, né cosa stia cercando di dirci quel pazzo. Ma passano soltanto cinque minuti, il treno è fermo a una stazione, e un altro controllore in modo piuttosto trafelato butta un occhio sul nostro biglietto e comincia a sbraitare in tedesco, facendoci capire a gesti che da li ce ne dobbiamo andare.
Passa il controllore, una cordiale ragazzona tedesca, guarda i nostri biglietti, e ci dice che è tutto ok. La sorpresa del giorno arriva sul secondo dei quattro treni, ovviamente l’unico a non avere un comodo ingresso a raso ma i soliti scomodissimi scalini a cui siamo abituati. Siamo alla stazione con largo anticipo, ma giusto in tempo per riuscire ad elaborare la presenza di un ascensore che ci porterà al binario, piuttosto che arrampicarci sulle scale con i nostri pesantissimi mezzi corazzati. Anche oggi sveglia all’alba, grazie alla fauna stravagante che popola lo stanzone dell’ostello dove siamo alloggiati, tra l’orso ghiottone che inizia alle 5 del mattino una lunga colazione e il maniaco del bagaglio che da ieri sera non ha praticamente smesso un minuto di preparare la sua roba.